Cari fratelli e sorelle in Cristo, mentre ci riuniamo in questo periodo pasquale, un tempo di rinnovata speranza, di gioia e di riflessione sul grande mistero della risurrezione di Cristo, le letture di oggi ci invitano ad approfondire la nostra comprensione del continuo piano di salvezza di Dio e del nostro ruolo al suo interno.

Nella prima lettura, tratta dal libro degli Atti, san Paolo racconta la storia di Israele, il popolo eletto da Dio, guidandoci dalla liberazione dall'Egitto, attraverso il periodo dei giudici, fino all'unzione di Davide, da cui discende Gesù, il nostro Salvatore. Paolo sottolinea che Gesù è il compimento delle promesse di Dio, il culmine di questa lunga storia di salvezza. Il salmista fa eco a questo tema, cantando l'eterna bontà e fedeltà di Dio, proclamando che l'amore e la misericordia di Dio sono eterni.
Ciò che risalta in questa riflessione è il modello della fedeltà divina e del compimento delle promesse di Dio. Come Dio è stato fedele a Davide e al popolo d'Israele, così rimane fedele a noi oggi. La risurrezione è il segno definitivo che le promesse di Dio sono sì e amen in Cristo. Ci assicura che l'amore di Dio è più forte della morte e che il suo piano di salvezza continua a svolgersi. Per questo, nonostante i nostri peccati del passato o quelli che potrebbero ancora venire, il suo amore per noi non finirà mai.
Nel Vangelo, Gesù dimostra il supremo atto di servizio e di umiltà lavando i piedi ai suoi discepoli. In questo modo, Gesù ci ricorda di servire gli altri senza badare allo status o alla posizione. Ci ricorda anche che la vera grandezza nel Regno di Dio si trova nel servire gli altri, proprio come Lui ha servito noi, dando la sua vita in espiazione dei nostri peccati.
Inoltre, Gesù prepara i suoi discepoli alla sofferenza e al tradimento che stavano per verificarsi, affermando che la sua morte è l'ultimo atto di amore e di servizio. Le sue parole, “Nessuno schiavo è più grande del suo padrone”, ci sfidano a imitare la sua umiltà e il suo altruismo.
Qual è il messaggio per noi? In questo periodo pasquale, siamo chiamati a riflettere su come la Risurrezione trasforma la nostra vita. Siamo invitati a vederci come partecipanti alla continua missione di salvezza di Dio, una missione radicata nell'amore, nell'umiltà e nel servizio. Proprio come Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli, siamo chiamati ad umiliarci quando interagiamo con gli altri, cercando sempre di fare del bene per loro.
Ricordiamo anche che la fede si rafforza quando accettiamo Gesù e coloro che Egli manda. La nostra accettazione del Vangelo non è solo intellettuale, ma vissuta in atti di carità. È attraverso questi atti che partecipiamo al piano divino di Dio, realizzando il suo Regno qui sulla terra.
In questo periodo pasquale, rinnoviamo il nostro impegno a servire come Cristo ha servito. Apriamo i nostri cuori ai bisogni degli altri, specialmente di quelli più bisognosi di amore e compassione. Come Paolo, che ha proclamato la buona notizia di chi è Gesù e di come si è umiliato per servire, siamo chiamati a essere testimoni dell'amore di Dio nel mondo. Andiamo a dire al mondo che Dio è amore e che desidera che ognuno di noi trascorra l'eternità con lui.
Che la gioia della Risurrezione ci ispiri a vivere una vita di umiltà, di servizio e di fede incrollabile, sicuri che le promesse di Dio si realizzano in Cristo, ora e per sempre.
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