Cari fratelli e sorelle in Cristo, il Signore è davvero risorto! Alleluia, alleluia! Ancora una volta uniti in quel periodo liturgico in cui Cristo è risorto dai morti ma non è asceso al Padre, siamo invitati a riflettere sui profondi misteri della nostra fede, illuminati dalle letture di oggi. Ci troviamo nell'ottavario di Pasqua, un tempo di celebrazione gioiosa e di profondo rinnovamento, mentre continuiamo a riflettere sulla risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo e sul suo impatto sulla nostra vita terrena e soprannaturale.

Nella lettura degli Atti degli Apostoli, assistiamo a una guarigione miracolosa: Pietro e Giovanni ristabiliscono un uomo storpio. Questo miracolo suscita stupore e meraviglia tra le folle riunite, ma Pietro si affretta a riorientare lo stupore da sé e da Giovanni a Dio. “Perché ci guardate con tanta attenzione?”, chiede, ‘come se l'avessimo fatto camminare con la nostra forza o pietà?’. Qui vediamo una lezione cruciale: i miracoli indicano la potenza di Dio, non la capacità umana. Dio è la fonte della vita e della guarigione.
Pietro continua con una verità impegnativa ma necessaria: coloro che hanno assistito a questo miracolo sono anche complici della crocifissione di Cristo. “Avete rinnegato il Santo e il Giusto”, proclama, invitando la folla a riconoscere il proprio ruolo nella storia della passione. Ma non si ferma qui. Di fronte ai loro peccati, porta un messaggio di speranza: “Pentitevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati”. Il pentimento apre la porta al perdono e al rinnovamento. Invita ciascuno di noi a riflettere su dove ci siamo allontanati e su come Dio ci sta richiamando alla relazione.
Il nostro Salmo responsoriale riecheggia la grandezza della creazione di Dio, sottolineando la relazione tra l'umanità e il divino: “O Signore, nostro Dio, quanto è meraviglioso il tuo nome su tutta la terra!”. Questo salmo ci ricorda la nostra dignità: siamo fatti a immagine di Dio e siamo coronati di gloria e onore. Questo valore intrinseco diventa ancora più evidente alla luce della risurrezione di Cristo. Ogni vita ha un valore e uno scopo perché Dio ha scelto di abitare in mezzo a noi e di redimerci.
Nella lettura del Vangelo di Luca, troviamo Gesù risorto che appare ai suoi discepoli, spaventati e incerti di ciò a cui stanno assistendo. “La pace sia con voi”, proclama, calmando le loro paure e assicurando loro la sua realtà fisica. Il Cristo risorto li invita a toccare le sue ferite, sottolineando che non è solo un fantasma o un'idea, ma è pienamente umano e pienamente vivo. Questa presenza tangibile porta gioia e stupore, ricordando che la nostra fede è radicata nella realtà, non nel mito.
Aprendo le loro menti alle Scritture, Egli rivela il cuore della nostra storia di salvezza: La sua sofferenza, morte e risurrezione realizzano le promesse dell'Antico Testamento. In questo atto di rivelazione, riconosciamo che anche noi siamo chiamati a essere testimoni di questi eventi. Abbiamo la responsabilità di condividere il messaggio trasformativo di Cristo con il mondo.
Come si applica tutto questo a noi oggi, nella nostra vita quotidiana? Mentre riflettiamo su queste letture in questo periodo pasquale, chiediamoci: Siamo veramente testimoni della risurrezione? Stiamo condividendo la gioia della vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte con coloro che ci circondano?
In questo giovedì dell'ottavario di Pasqua, possiamo essere autorizzati dallo Spirito Santo a essere veri testimoni del nostro Signore risorto, condividendo la storia della salvezza con entusiasmo e amore. Possiamo cercare e incarnare la pace che Gesù offre, in modo da onorare l'incredibile dono della risurrezione nelle nostre vite. Amen.
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