11ª settimana del tempo ordinario C – Mercoledì

Published on 17 June 2025 at 13:00

Cari fratelli e sorelle, il Signore Gesù vi dia la pace. Nella Messa di oggi, nelle letture ascolteremo parlare della natura della vera giustizia e della generosità cristiana. San Paolo, nella sua seconda lettera ai Corinzi, ci incoraggia a seminare generosamente, confidando nell'abbondante grazia di Dio. Gesù, nel Vangelo di Matteo, ci ricorda che i nostri atti di pietà – elargire elemosine, pregare, digiunare – devono essere radicati nella sincerità e nell'umiltà, non nella ricerca della lode umana.

San Paolo scrive: «Dio ama chi dona con gioia», sottolineando che il nostro donare dovrebbe scaturire dalla gioia e dall'amore, non dall'obbligo o dall'orgoglio. I Padri della Chiesa, come sant'Agostino, riflettono su questo: la vera carità è un riflesso della natura stessa di Dio: libera, generosa e gioiosa. Agostino ci insegna che quando doniamo, partecipiamo all'amore creativo e sostenitore di Dio, distribuendo la Sua grazia attraverso le nostre azioni.

L'Aurea Catena osserva che Dio, come fonte ultima di ogni bene, fornisce il seme al seminatore, ovvero ci dona la grazia e le risorse per fare il bene. Quando seminiamo generosamente, confidando nella provvidenza di Dio, ci allineiamo alla Sua giustizia, che dura per sempre. Ciò fa eco all'insegnamento dei primi Padri della Chiesa: i nostri atti di carità non sono semplici azioni umane, ma partecipazione alla vita divina.

Nel Vangelo, Gesù mette in guardia dal compiere opere giuste per mettersi in mostra. Gli ipocriti, come descritti, cercano l'applauso umano, un atteggiamento condannato dai Padri della Chiesa come Giovanni Crisostomo, che sottolineava che la vera pietà è interiore e sincera. Quando diamo, preghiamo o digiuniamo, il nostro obiettivo dovrebbe essere la comunione con Dio, non impressionare gli altri.

I Padri citavano spesso l'importanza dell'umiltà. Ad esempio, la frase «affinché la tua elemosina sia segreta» ci ricorda che Dio vede ciò che è nascosto, le nostre vere motivazioni. Origene insegnava che la purezza dell'anima si rivela negli atti segreti di devozione, che purificano il cuore e ci allineano più strettamente alla volontà di Dio.

L'istruzione di Gesù di ungere il capo e lavarsi il viso quando si digiuna è un invito alla dignità e all'umiltà. I Padri della Chiesa, come Gregorio Magno, incoraggiavano i credenti a mantenere l'integrità e la modestia nelle loro pratiche spirituali, evitando manifestazioni esteriori che cercano l'ammirazione umana.

Inoltre, la pratica dell'elemosina e della preghiera segrete favorisce un rapporto autentico con Dio, che vede ciò che è nascosto. Tale umiltà trasforma i nostri atti da semplici rituali in incontri autentici con l'amore divino.

Per vivere secondo questi insegnamenti, dobbiamo coltivare la sincerità nelle nostre azioni. Come disse San Giovanni Crisostomo: «Fate le vostre opere in segreto, affinché il Padre vostro, che vede nel segreto, vi ricompensi apertamente». La nostra vita spirituale dovrebbe essere caratterizzata dall'umiltà, dalla fiducia nella grazia di Dio e dal desiderio di servire gli altri per amore, non per ottenere riconoscimento.

Fratelli e sorelle, le letture di oggi ci sfidano a esaminare le nostre motivazioni e il modo in cui pratichiamo la nostra fede. Ricordiamo che Dio si compiace dell'offerta gioiosa e umile e della devozione sincera. Quando agiamo con il cuore, confidando nella grazia di Dio e cercando la Sua approvazione, partecipiamo alla giustizia divina e diventiamo veri testimoni dell'amore di Cristo.

Possa lo Spirito Santo guidarci verso una sincerità e un'umiltà più profonde, affinché tutti i nostri atti di carità e pietà siano graditi agli occhi di Dio e ci conducano più vicini al Suo regno eterno. Amen.


Add comment

Comments

There are no comments yet.